Alla presenza del ministro Dario Franceschini il 27 settembre 2016 è stato conferito il “Premio di ricerca Giuseppe Di Vagno”, prima edizione. La cerimonia si è tenuta a Roma, nella Sala “Giovanni Spadolini”, presso la sede del Ministero per i Beni e le attività Culturali e del Turismo.
La decisione della Giuria è caduta sul progetto di ricerca di due giovani ricercatori della Università di Bologna, Michele Cento e Roberta Ferrari, che indaga su “Il socialismo ai margini: classe e nazione nel pensiero e nelle politiche socialiste nel Sud Italia e in Irlanda”.
Un’analisi comparativa (1883-1923), come si legge nella motivazione, che “affronta un tema di sicuro interesse storiografico, lo declina secondo una prospettiva originale, non solo per il taglio comparativo […] e promette di fornire un contributo importante sia sui dibattiti ideologici del socialismo europeo fra Otto e Novecento, sia sui problemi specifici delle aree periferiche e marginali negli anni a cavallo fra i due secoli”.
MOTIVAZIONE
Il progetto presentato dal dott. Michele Cento e dalla dott.ssa Roberta Ferrari, dal titolo “Il socialismo ai margini: classe e nazione nel pensiero e nelle politiche socialiste nel Sud Italia e in Irlanda. Un’analisi comparativa (1883-1923)”, affronta un tema di sicuro interesse storiografico e lo declina secondo una prospettiva originale, non solo per il taglio comparativo.
L’accostamento fra il caso dell’Irlanda e quello del Mezzogiorno d’Italia a cavallo fra Otto e Novecento consente di affrontare il tema più generale delle strategie del movimento operaio e socialista di fronte alle periferie dell’Occidente industriale e capitalistico, ma anche quello degli incroci col riformismo non marxista (B. Webb) o non socialista (F.S. Nitti).
I casi di studio qui esaminati – il Meridione d’Italia e il “Meridione britannico”, ovvero l’Irlanda – sono per molti aspetti dissimili, se non altro per il diverso peso della questione nazionale. Ma entrambi chiamano in causa la necessità per il movimento socialista di rivedere il proprio apparato ideologico, procedendo a un ripensamento del concetto di classe e del suo rapporto con la nazione. E rappresentano due laboratori importanti della riflessione socialista, poiché incarnano tipi di organizzazione sociale e produttiva largamente eccentrici rispetto al predeterminato schema di sviluppo previsto dal marxismo nell’età della Seconda Internazionale.
Il socialismo meridionale e quello irlandese vengono qui esaminati attraverso un confronto critico con la letteratura in materia: da un lato, il dott. Cento e la dott.ssa Ferrari ne assimilano le acquisizioni più recenti; dall’altro, puntano ad arricchire e a rinnovare il panorama degli studi, indicando nei concetti di classe e di nazione le categorie attraverso cui valutare il contributo che il socialismo dei “margini” apporta al socialismo del “centro”.
La larga selezione di fonti archivistiche presentate testimonia ulteriormente la solidità dell’impianto del progetto, così come la dimestichezza del dott. Cento e della dott.ssa Ferrari con le tematiche in esame. A completare il quadro, il taglio comparativo adottato costituisce un’innovazione rilevante nel campo degli studi sul socialismo, poiché allo stato attuale la letteratura non contempla lavori che indaghino le analogie, differenze e specificità delle tradizioni socialiste del Sud Italia e dell’Irlanda.
In definitiva, la ricerca promette di fornire un contributo importante sia sui dibattiti ideologici del socialismo europeo fra Otto e Novecento, sia sui problemi specifici delle aree periferiche e marginali negli anni a cavallo fra i due secoli.
Per i motivi qui sintetizzati, la commissione giudicatrice considera il progetto del dott. Cento e della dott.ssa Ferrari meritevole di ricevere il premio Giuseppe Di Vagno.
Per la Giuria
il Presidente prof. Stefano Caretti
VINCITORE
Michele Cento – responsabile di progetto
Nato a Vibo Valentia il 20/06/1984; borsista (III anno) presso l’Istituto Italiano per gli Studi Storici “Benedetto Croce” con una ricerca dal titolo: “Un nuovo liberalismo italiano: Stato, società e
amministrazione nel pensiero politico di Francesco Saverio Nitti”. Tutor: prof. Piero Craveri didattico del corso di “Storia delle dottrine politiche” presso la Scuola di Scienze Politiche di Bologna e Forlì
Roberta Ferrari
Nata a Ortona (Chieti) il 31/08/1984; dottore di ricerca (dottorato di ricerca in Politica, istituzioni, storia -Ciclo XXVII) presso l’Università di Bologna. Titolo della tesi: “Beatrice Potter e la signora Webb. La politica come amministrazione del carattere”. Coordinatrice redazionale della rivista «Scienza & Politica. Per una storia delle dottrine».
SUMMARY DEL PROGETTO VINCITORE
IL SOCIALISMO AI MARGINI: CLASSE E NAZIONE NEL PENSIERO E NELLE POLITICHE SOCIALISTE NEL SUD ITALIA E IN IRLANDA. UN’ANALISI COMPARATIVA (1883-1923)
L’idea di socialismo, ha scritto Donald Sassoon, nasce «dal seno del capitalismo, nel mezzo della grande ricchezza prodotta dai lavoratori». È un’idea cioè che nasce nel centro dell’Europa contemporanea, ma che per affermarsi e prendere corpo deve costantemente spingersi fino ai suoi margini, territoriali e sociali.
In che modo il socialismo, un’ideologia che si sviluppa nel centro industriale del sistema capitalistico, si rapporta con l’arretratezza di tali territori marginali?
Abbiamo individuato nel Meridione d’Italia e nell’Irlanda, ovvero il Meridione britannico, i due “margini” su cui testare questa ipotesi. La scelta dei due casi è motivata dal fatto che essi
si collocano ai due poli dello sviluppo capitalistico europeo del periodo qui preso in esame, che dalla fine dell’Ottocento si spinge al primo dopoguerra.
Questo progetto ha per obiettivo quello di indagare come, nel periodo che va dalla fine dell’Ottocento al primo dopoguerra, nel Sud Italia e in Irlanda il pensiero e la politica del socialismo si ridefiniscano, si trasformino e si rinnovino di fronte alle condizioni di arretratezza economica e sociale di territori posti ai margini dei processi di nation-building.
Lungo questa via si tenterà di ricostruire l’evoluzione della riflessione socialista a ridosso delle trasformazioni storiche che, nell’arco cronologico indicato, investono le “periferie meridionali” dell’Italia e della Gran Bretagna influendo sul socialismo stesso e sulle sue politiche.